L’arrivo dei primi soldati tedeschi a Casinina

Il Museo Storico della Linea Gotica di Casinina pubblica “Storie e Persone n. 4”, quarto documento del ciclo di narrazioni storiche che farà da preludio all’ormai prossimo 80° anniversario della battaglia della Linea Gotica e della fine dell’occupazione germanica del nostro territorio (1944 – 2024).  Tutti i documenti prodotti, redatti dal Prof. Giovanni Tiberi, direttore e fondatore del museo, andranno a costituire una preziosa pubblicazione storica con fatti e documenti inediti, trasmessi attraverso una quanto più semplice sintesi divulgativa e liberamente scaricabili su questo sito web come file pdf.

Ecco dunque “Storie e Persone 4” l’arrivo dei primi soldati tedeschi a Casinina nella testimonianza di Piero Ubaldini.

Per chi si fosse perso i  numeri precedenti ecco i link per scaricare i relativi file pdf

Storie e Persone 1″

Storie e Persone 2″

Storie e Persone 3

Buona lettura!

 L’arrivo dei primi soldati tedeschi a Casinina nella testimonianza di Piero Ubaldini, ragazzo che all’epoca abitava nel paese

Dall’inizio della guerra e fino al 1943, qui nell’interno della Provincia di Pesaro e Urbino non si era mai visto un militare tedesco. Le vicende belliche erano lontane: in Grecia, in Russia, in Africa. Colonne di divisioni germaniche erano scese in Italia dirette a Sud: Sicilia e Calabria, sia lungo le direttrici Rimini, Pesaro, Fano, Ancona sia lungo le principali arterie che portavano a Napoli, Reggio Calabria e Sicilia.
Nessuno qui aveva mai visto militari tedeschi se non da fotografie sui giornali dell’epoca.
Casinina era un piccolo paese: poche case lungo la provinciale che collegava Pesaro con l’entroterra continuando poi verso la Toscana. La strada non ancora asfaltata, come quasi tutte quelle di allora, attraversava il centro del piccolo paese. Venendo da Pesaro, al centro del paese sulla sinistra la strada era fiancheggiata – come lo è tutt’ora – da una ringhiera in ferro massiccio poiché nella parte sottostante il terreno scende di dislivello di alcuni metri. Quel tratto era da sempre il punto principale di osservazione degli abitanti che appoggiandosi “ai ferri” potevano osservare comodamente e da vicino chi passava. In quegli anni di guerra il traffico era pochissimo: qualche bicicletta, carretti trainati da cavalli, la corriera che arrivava da Pesaro e pochissimo altro. Sulla destra salendo da Pesaro vi erano due osterie e sulla sinistra il forno e i tabacchi. Come precedentemente accennato, per chi viveva nel paese “i ferri” erano luogo di sosta di ragazzi e anziani che sostavano a lungo ansiosi di vedere chi passava, per scambiarsi informazioni, novità e non di rado qualche maldicenza. Gli uomini maturi dai 18 ai 45 anni erano tutti in guerra, sparsi un po’ ovunque in Europa e Africa. Un certo giorno dell’ottobre 1943 come avveniva quasi sempre, sostava lungo lo spiazzo dei ferri il giovane Piero Ubaldini assieme ad altri compagni e adulti.

Così inizia il suo racconto nella testimonianza rilasciata al museo.

 

Casinina negli anni ’40. In basso a destra si vedono “i ferri” citati nel testo. Foto dall’archivio storico del museo.

Mentre io e altri eravamo appoggiati ai ferri sentimmo venire da Pesaro il rumore abbastanza forte di una motocicletta, curiosi attendemmo di capire chi fosse…
Si avvicinò ad andatura piuttosto lenta un Sidecar con sopra tre soldati; dagli elmetti si capiva che erano soldati
tedeschi.
Ci chiedemmo cosa mai fossero venuti a fare tre tedeschi qui a Casinina e mossi da curiosità e anche con un po’ di timore, ci avvicinammo un po’ per vedere meglio non solo gli uomini ma soprattutto quel tipo di Sidecar, mai visto prima da vicino. La visita si mostrò subito non troppo rassicurante perché tutti e tre i soldati erano armati di mitra tenuti a spalla e in bella vista. La curiosità mano a mano lasciò il posto allo stupore e alla preoccupazione per le voci che avevano cominciato a circolare sul loro conto. Nessuno dei presenti disse nulla, tutti istintivamente ci ritirammo un po’ più indietro. Arrivati al centro del paese nei pressi del forno-tabacchi e osteria, si fermarono. Nessuno proferì parola. Due di questi soldati armati scesero ed entrarono nell’osteria forse per bere qualche bicchiere di vino o altro. Il terzo rimase in piedi accanto al Sidecar con il mitra in mano non proprio puntato su di noi, ma girato dalla nostra parte. Dopo una decina di minuti i due uscirono dall’osteria senza proferire parola, salirono sul Sidecar e partirono questa volta velocemente verso Pesaro. Fu un’esperienza forte, la notizia si sparse di bocca in bocca e qualcuno più informato di noi sul perché della visita di quei tre militari tedeschi commentò il fatto con parole poco rassicuranti: “ragazzi, ci siamo, anche per noi le cose si mettono male, prima o poi i tedeschi ce li ritroveremo anche qui”.
Passarono alcuni giorni senza che accadesse assolutamente nulla di nuovo. Una decina di giorni dopo, un mattino, poco dopo l’alba, arrivarono nel paese una decina di camion militari carichi di soldati, equipaggiamenti e tanto altro.

Anche per Casinina era iniziata l’occupazione militare che durò fino all’agosto del 1944.

 

Prof. Giovanni Tiberi, Cavaliere della Repubblica
Direttore e fondatore del Museo Storico della Linea Gotica di Casinina, nipote di Don Sebastiano Cupioli con il quale ha convissuto per 30 anni raccogliendo le sue preziose testimonianze.


N.B. I contenuti riportati in questo testo sono frutto di ricerche storiche condotte in oltre 50 anni dalla direzione del Museo Storico della Linea Gotica di Casinina e costituiscono parte dell’archivio storico e del percorso didattico museale. Tutti i diritti riservati. È proibito l’uso improprio e/o non autorizzato del presente scritto e dei suoi contenuti.

Casinina lì 25 novembre 2023